Salto in alto

Claas amplia verso l’alto la propria gamma di big baler con il nuovo modello “Quadrant 5300”. Equipaggiata con un rinnovato sistema di legatura e con un sistema di alimentazione idraulico, assicura la realizzazione di balle uniformi e omogenee indipendentemente dalla conformazione dell’andana

Claas Quadrant 5300

Paglia e foraggi, due beni preziosi. La prima, se fornita in grandi balle quadre, è oggi pagata intorno ai 47 euro a tonnellata. I secondi possono invece superare i 65 euro, sempre a tonnellata. Ovviamente, foraggi a parte, la percentuale di produzione lorda vendibile tra paglia e granella è spostata a favore di quest’ultima, per la quale si possono oggi spuntare prezzi intorno ai 220 euro a tonnellata, sia per i grani teneri di forza sia per i duri, con un minimo del 13 per cento di proteine. Valori che permettono di posizionare fra i mille e i mille e 500 euro la resa per ettaro a seconda della produttività in tonnellate della coltura. A fonte di tali dati, non va quindi disprezzata la resa in paglia che può anche aggirarsi intorno alle cinque tonnellate per ettaro per i duri e poco sopra per i teneri. In tutto sono circa 250 euro di produzione lorda vendibile aggiuntiva, un’integrazione reddituale che può rappresentare un toccasana in un periodo come quello attuale, caratterizzato da prezzi delle commodities agricole quanto mai instabili e volatili. Proprio per tale ragione, la cura dei materiali cosiddetti secondari diventa quindi strategica in termini di produttività e di marginalità economica delle realtà operanti nel comparto primario, esigenza cui guarda non a caso la nuova big baler top di gamma Claas “Quadrant 5300”, macchina prodotta nello stabilimento francese di Metz e particolare alle aziende agricole più strutturate e alle organizzazioni operanti in conto terzi e destinata a sostituire nell’offerta della Casa tedesca il modello “Quadrant 3300”. Come quest’ultima, “Quadrant 5300” è in effetti in grado di realizzare balle da 90 centimetri di altezza e da un metro e 20 centimetri di larghezza, misure peraltro ideali per occupare in maniera omogenea e totale il volume di un rimorchio, differenziandosi però dalla versione di precedente generazione per la presenza del nuovo sistema di legatura Claas, proposto per la prima volta lo scorso anno sulla big baler “Quadrant 5200” con l’obiettivo di migliorarne le doti di affidabilità e di efficienza. In tale ottica, il becco, il disco annodatore e la piastra di fissaggio dello spago sono stati sia rinforzati mediante uno specifico trattamento termico attuato durante la loro fabbricazione, sia rivisti nelle geometrie per permettere una velocizzazione del processo di legatura. A tal fine, i tecnici della Casa di Harsewinkel hanno infatti ampliato l’apertura del becco annodatore e modificato il suo orientamento, in modo tale da agevolare la presa dello spago, così come hanno rivisto il disegno della guida, per facilitare l’inserimento dello spago nel portaspago, e l’angolo di lavoro in essere tra il becco annodatore e il disco di fissaggio, ora superiore ai sette gradi e mezzo e dunque in grado di ottimizzare l’inserimento dello spago nel legatore. Così strutturato, il sistema di legatura assicura alla “Quadrant 5300” la capacità di realizzare balle omogenee e ben salde indipendentemente dalla conformazione dell’andana e dalla lunghezza di taglio, parametro quest’ultimo che può peraltro scendere fino a un minimo di 20 millimetri disponendo del sistema opzionale “Fine Cut”, operante mediante 51 coltelli e al ritmo di 32 mila tagli al minuto. A enfatizzare le capacità produttive della nuova “Quadrant 5300” concorre inoltre la presenza di un pick up di raccolta operante su una larghezza di due metri e 35 centimetri, affiancato sia dal rotore di taglio “RotoCut”, a 25 coltelli da un metro e 20 centimetri di larghezza, sia dal sistema di alimentazione idraulico “Pfs”, acronimo di “Power Feeding System”, che razionalizza e velocizza il flusso del foraggio giocando su una coclea alimentatrice trasversale continua e ammortizzata che trasporta il prodotto verso il rotore mediante spirali di grandi dimensioni. Il flusso di prodotto risulta in tal modo omogeneo anche nel caso si operi su andane irregolari o su terreni non uniformi, agevolando quindi il lavoro di una precamera modulabile per via idraulica sulla base di tre diverse pressioni a seconda delle caratteristiche del prodotto e delle dimensioni dell’andana. Grazie a ciò, ne deriva quindi un’alimentazione costante e progressiva a una camera di pressatura principale da tre metri e 80 centimetri di lunghezza, 40 centimetri in più rispetto al modello di precedente generazione,  all’interno della quale lavora un pistone che realizza 46 corse al minuto e che garantisce la formazione di balle uniformi e regolari indipendentemente dal prodotto, obiettivo cui guarda anche la presenza del sistema di regolazione automatica della pressione di pressatura “Apc”, operante sulla base di un software che calcola i carichi massimi sostenibili affinché la macchina possa lavorare sempre al massimo rendimento e interfacciandoli in tempo reale con i carichi sul telaio principale e con la tensione dello spago per dare vita a un prodotto finito caratterizzato dalla maggior densità possibile. A ottimizzare ulteriormente il processo di formazione della balla sono infine preposti sei legatori tenuti costantemente puliti dal sistema di soffiatura “TurboFan”, in grado di generare un flusso d’aria avente una velocità massima di 140 chilometri l’ora non solo frontalmente, ma anche lateralmente in direzione del nodo stesso.

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